Gianluca Busi
"Sostare davanti ad un’icona, o semplicemente a
una sua copia, esercitarsi con pazienza allenando lo
sguardo a coglierne ogni dettaglio e sfumatura, ci introduce
nella meditazione di una “teologia espressa attraverso
il colore”
(GIOVANNI DAMASCENO)
Con questo libro, giunto alla terza edizione, don Gianluca Busi, sacerdote e maestro iconografo, offre un aiuto per uscire dalla palude delle "tante valutazioni superficiali" che in occidente rischiano di trasformare la riscoperta delle icone orientali in poco più di una moda. E non si limita a farlo attraverso una sintesi efficace e originale della teologia, della storia e della spiritualità delle icone: il testo comprende anche un vero e proprio manuale pratico di iconografia, corredato da precisi filmati disponibili gratuitamente sul suo canale Youtube che, destinato in particolare agli iconografi principianti, è estremamente
interessante per qualunque lettore. Se, infatti, la scrittura stessa dell'icona è preghiera, tale opera di "contemplazione in azione" non può essere dissociata dal suo frutto, la splendente "finestra aperta sull'eternità" che è posta nelle nostre mani e si dona al nostro sguardo perché la preghiera persista e non abbia a spegnersi, mai.
Don GIANLUCA BUSI sacerdote e iconografo, è attualmente parroco a Marzabotto. Tiene corsi di icone come docente in Italia e all'estero e divulga attraverso conferenze pubbliche e online la spiritualità delle icone e dell'arte sacra. Ha dipinto circa 300 icone, la maggior parte per luoghi di culto, in Italia e all'estero. Ha pubblicato: Il segno di Giona, Dehoniana libri, Bologna 2011, 2. edizione ampliata Visible/Invisible, Kolomenskaija Versta, St. Petersburg 2013; Luce del tuo volto, Dehoniana libri 2014; Superiori agli angeli, Pendragon, Bologna 2020; Cieli aperti/open Skies, Pendragon, Bologna 2021; Il sito web www.ilsegnodigiona.it, e il canale Youtube "Gianluca Busi" documentano la sua attività.
Daniele Vinci
GUIDA ALLE MNEMOTECNICHE
"FORSE è proprio questo il ‘miracolo’ dell’Arte della Memoria: non solo imparare strategie mnemoniche efficaci che aiutino nello studio e nelle questioni pratiche, ma soprattutto stabilire un nuovo rapporto con la propria
memoria o, detto in modo più preciso, stabilire un nuovo rapporto con se stessi"
Che cos'è l'arte della memoria? Cosa sono le mnemotecniche? Perché è così importante avere cura della propria memoria, non solo per lo studio, il lavoro è la vita quotidiana, ma anche e soprattutto per riscoprirne il senso più profondo e personale? Questo testo, nato dall'esperienza condivisa dei laboratori della memoria, offre un percorso che, passo dopo passo, guida attraverso questa strana arte antica e sempre nuova. Le pagine sono arricchite da numerose immagini che illustrano il testo e allo stesso tempo stimolano la memoria visiva agevolandone il ricordo. Nella seconda parte l'ampia antologia di testi, introdotti e commentati, mette a disposizione alcune gemme del tesoro della memoria: si inizia con l`Antichità e passando per il Medioevo, si arriva al Rinascimento e alla Modernità. Chiude il libro una rassegna bibliografica ragionata.
AUTORE
Paolo Benito Serra
GLI EDIFICI DI CULTO INTITOLATI ALL`ARCANGELO MICHELE
Il culto per Michele, intermediario privilegiato tra gli uomini e l`Eterno, menzionato nella Bibbia insieme a Gabriele e Raffaele, è di origine prettamente orientale. Nel 313 l`imperatore Costantino I, fervente devoto dell`Arcangelo archistrategos dell`esercito Celeste nelle battaglie contro Satana e gli angeli ribelli, gli aveva dedicato il Michaelion, il grandioso santuario già costruito Costantinopoli in onore della dea Vesta.
Il culto per Michele si diffuse rapidamente in età tarda antica dalla Palestina all`Asia Minore, all`Egitto e alla Siria. Nell`età d`oro del regno di Giustiniano la venerazione per Michele e per Gabriele si era propagata dall`Asia Minore in Occidente soprattutto.
In Sardegna il culto per San Michele conobbe una vasta diffusione in età medievale quando furono costruiti e consacrati all`Arcangelo numerose edifici chiesastici talvolta annessi a complessi monastici. Molti di questi edifici sossero in area apparentemente isolate solitarie ma che, in realtà, svolgevano un`importante ruolo di snodo per i pellegrini dell`Angelo e per le greggi in transumanza.
Matteo Vinti
Dottrina e immagini dell'amore in Dante
Il cammino di Dante attraverso i gironi infernali e le cornici del Purgatorio rappresenta la possibilità di pervenire alla purificazione, alla perfezione e alla pienezza dell’amore. L’amore è infatti «sementa in voi d’ogne virtute e d’ogne operazion che merta pe-ne» (Pg. xvii 104-105).
«Tutti li miei pensier parlan d’amore »: così il giovanissimo Dante scriveva in uno dei primi componimenti, confluito nella Vita nuova. Parole, queste, quasi profetiche dello sviluppo futuro della sua opera. In occasione dei 700 anni dalla morte di Dan-te, le presenti pagine propongono un’ipotesi esplicativa su alcuni aspetti della dottrina dell’amore nell’opera dantesca, con partico-lare riguardo alla Commedia. Nel poema, l’a-more è il ‘tema centrale’: cosi centrale da costituire l’argomento della lezione tenuta da Virgilio in Purgatorio xvii, il canto centra-le della Commedia. Da tale centro, il tema amoroso si riverbera avanti e indietro: nel canto di Francesca e Paolo (Inferno v); nei canti di Stazio (Purgatorio xxi-xxii); nell’in-contro con Beatrice nell’Eden (Purgatorio XXX-XXXI).
AUTORE