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Eventi

PRESENTAZIONE
Carloforte, Sabato 3 maggio 2025 Biblioteca comunale via XX settembre, 48

Il teatro dell'armadio ci porta ne "Il MARE SOPRA" di Fabio Fanni Marceddu

Fabio Fanni Marceddu e ”Il mare sopra”, un tributo alle periferie e alla loro bellezza

di Mattia Lasio (https://gpreport.it/canali/leggimi-perche/fabio-fanni-marceddu-e-il-mare-sopra-un-tributo-alle-periferie-e-alla-loro-bellezza/)



I luoghi dell’infanzia sono quelli che lasciano un segno indelebile nella vita di una persona. Sono permeati da quella magia che col tempo si affievolisce e che, a stento, si riscontra altrove. Luoghi come le periferie, con il loro fascino struggente e sognante, che Fabio Fanni Marceddu, 54 anni cagliaritano, conosce bene e che ha tributo nella sua breve ma intensa opera ‘’Il mare sopra’’, pubblicata il 30 giugno del 2023 dalla casa editrice Metis Academic Press, costituito da 16 capitoli a cui si aggiungono la prefazione di Francesco Abate, gli epiloghi di Antonello Pisano Murgia – fondatore nel 2004 insieme all’autore, a Paoletta Dessì e a Raffaele Marceddu della compagnia ‘’Teatro Dallarmadio’’ – senza dimenticare le illustrazioni di Cristiana Cocco e la poesia iniziale dell’attrice e poetessa Vanessa Aroff Podda, per un totale di 92 pagine. Pagine dense e graffianti in cui, come sottolinea nei suoi interventi Antonello Pisano Murgia, la periferia ha colori e rumori che i quartieri bene non hanno. Colori che vengono utilizzati tramite la scrittura in maniera sapiente da Fabio Fanni Marceddu che, nella nota finale dell’opera, con elegante e pungente ironia non nasconde ai lettori i rifiuti da parte di alcune case editrici con cui ha dovuto fare i conti, coloro che lo hanno ostacolato e sottovalutato dicendogli non fosse in grado di affrontare determinati percorsi, chi ha cercato di sminuirlo sul piano professionale e personale. Immancabili i ringraziamenti agli amici di una vita e alla propria famiglia e, in particolare, il tributo a due figure eminenti della cultura sarda, definite come fari che hanno illuminato il cammino, ovvero lo storico dell’arte Roberto Coroneo e lo scrittore Giorgio Todde, venuti a mancare rispettivamente nel 2012 e nel 2020.

Dal libro di Marceddu emerge chiaro un concetto, che sa di lezione preziosa da fare propria: perdere nella vita è fondamentale per avere quel coraggio che spinge a superare i propri limiti, perdere rappresenta quella marcia in più per farsi portavoci delle istanze dei più deboli, di chi si sente sottovaluto, di chi viene deriso e umiliato. È un’opera che nel contesto della letteratura sarda si caratterizza per aver rielaborato quanto portato avanti da Sergio Atzeni in maniera assolutamente peculiare, riuscendo a fare denuncia sociale in maniera garbata ma senza peli sulla lingua, il che le consente di contraddistinguersi per quella genuinità sempre più rara da riscontrare nella quotidianità dei tempi moderni. Nel primo capitolo viene introdotta la figura del protagonista Raffaele, classe 1968, nato in una giornata di pioggia fitta di agosto, ceto umile, caparbio e risoluto sin dai suoi primissimi passi. Nel secondo capitolo si parla di quella «povertà intrisa di dignità e vergogna, non gridata, non urlata», ci si immerge nell’atmosfera di Saint-Tropez in quel di Is Mirrionis a Cagliari, traspare umorismo ben calibrato nel descrivere situazioni drammatiche come il boom dell’eroina negli anni Settanta. Nel terzo capitolo si fa riferimento a Gigi Riva, al calcio inteso come rivalsa sociale in grado di oltrepassare le barriere del guadagno, si parla dei casotti del Poetto e delle rivalità giovanili tra i quartieri di Sant’Elia e quello di Genneruxi. Nel quarto capitolo emergono alcune delle riflessioni più significative dell’opera tramite il protagonista Raffaele che dice: «Volevo essere tutto e niente. Tutti e nessuno. I nomi e i soprannomi definiscono, e ciò che definisce crea un margine, un limite che limita, e quel che limita è già un’imposizione». Nel sesto capitolo emerge nitidamente il legame con il mare, di cui parla anche Francesco Abate nella prefazione sottolineando il suo potere di conservare i ricordi e disinfettare le ferite, un legame estremamente profondo come risalta dalle parole dell’autore che afferma: «Il mare ha sempre rallentato il rincorrersi dei miei pensieri», per poi aggiungere poco dopo: «sono un figlio del vento di mare. Sono mare io stesso. Non solo acqua ma mare. Mare e marea».

La schiettezza è il tratto caratterizzante il libro e viene fuori soprattutto quando, nel settimo capitolo, Marceddu scrive: «siamo nati poveri in palazzine di edilizia popolare di tre o quattro piani senza ascensore, oscurati o ignorati dal mondo esterno. Siamo nati consapevoli e con un certo istinto». Viene fuori un forte senso di appartenenza con il proprio quartiere, luogo dell’anima impossibile da dimenticare. Tra i richiami principali spicca quello al personaggio di Eusebio, nato lo stesso giorno del protagonista Raffaele e suo migliore amico. A legarli è un’amicizia solida e incrollabile, dettata anche dal fatto di provenire entrambi da un contesto umile che li ha forgiati notevolmente. Nel capitolo dieci si affronta il senso di spaesamento dettato dal primo giorno di scuola, momento che segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Parlando di Eusebio, figlio del fattore del quartiere con cui Raffaele trascorre le sue giornate andando alla scoperta dei fortini nella zona del colle San Michele, si affrontano temi estremamente delicati come quello dell’abbandono materno e delle molestie sessuali, nel capitolo undici ci si focalizza invece sul rapporto con la religione e sul rischio che, talvolta, essa diventi un tabù controproducente. Uno dei capitoli più struggenti è il dodicesimo in cui si parla della morte della piccola Elisabetta, uccisa appena uscita da scuola da un automobilista sulle strisce pedonali e in cui si affronta anche il sentimento della malinconia per essersi persi di vista con la gemella di Elisabetta, Maria, in seguito al triste accaduto. Nel capitolo tredici, dagli anni Settanta si passa al 1989, gli argomenti trattati sono quelli del crollo del muro di Berlino, della fine del comunismo, della fine della scuola, del diploma ai geometri di Raffaele e del suo desiderio di proiettarsi verso nuovi e stimolanti scenari. Raffaele, che si porta appresso il «bisogno di dare un senso alle nuvole che gli giravano in testa», cresce, si laurea in architettura e finalmente intraprende un nuovo cammino, distante da dove è nato e cresciuto.

Gli anni passano e il richiamo del rione in cui ha trascorso una parte consistente della sua vita si fa sempre più forte, Raffaele sa di non poter scappare dal passato. Il capitolo quindici è quello che sancisce il suo ritorno nel quartiere natio, siamo nel 2025 sulla soglia dei suoi sessant’anni. è un frangente toccante, Raffaele dopo tanto peregrinare torna a casa, apre un piccolo teatro, ritrova il suo migliore amico Eusebio ormai sposato con tre figli e un banchetto di frutta e verdura. Il sedicesimo e conclusivo capitolo, mette fine al libro nella stessa maniera in cui tutto è cominciato ovvero con l’arrivo di una forte pioggia come quella che ha accompagnato la nascita di Raffaele. Sarà proprio nel finale che Raffaele ritroverà Maria, la gemella della compianta Elisabetta, data ormai per scomparsa. Il capitolo finale è importante in quanto l’autore pone l’accento su temi come la mala politica, puntando il dito contro il carrozzone costituito da quei politici che nelle periferie sono bravi a fare promesse durante la campagna elettorale semplicemente per racimolare qualche voto, tutto chiaramente finalizzato a una strategia utilitaristica che nasconde doppi fini e  interessi personali. Il finale del libro è incentrato su uno dei motivi letterari più amati da sempre della letteratura, quello del ‘’nostos’’ ovvero del ritorno. Un ritorno atteso quello di Raffaele nel suo quartiere natale, all’insegna della ricerca del tempo perduto e della consapevolezza che, con tenacia e perseveranza, è davvero possibile cambiare in meglio la realtà in cui si vive.


PRESENTAZIONE
Cagliari, Venerdì 11.10. 2024 "Libreria Paoline"

Liber de diversis sententiis. Raccolta di pensieri vari a cura di Rita Lai, Traduzione di Francesco Testa Prefazione di Antonio Piras

Testo Bilingue Italiano/Latino

Recensioni: Politica come tempo opportuno di Giuseppe Esposito, Quaderno 4183 - pag. 95 - 96 La Civiltà Cattolica, 7 Ottobre 2024.Quaderno 4183

Siamo di fronte a un’interessante dissertazione di teologia fondamentale, scritta da Noemi Beccaria, docente di religione presso le scuole statali. L’approccio è multidisciplinare: ci si confronta innanzitutto con la teologia, ma anche con la filosofia, la sociologia, la psicologia, l’antropologia, la letteratura e l’arte. Oggetto della ricerca è il rapporto tra due ambiti tra loro apparentemente non correlati: il tempo e la politica, alla luce della nuova teologia politica di Johann Baptist Metz (1928-2019).

Il lavoro è diviso in due parti. Nella prima, si delinea lo stato della questione. Si riflette innanzitutto su temporalità e politica nella società postmoderna, liquida e globalizzata. Si analizzano i nuovi rischi globali; il passaggio dal «futuro promessa» al «futuro minaccia»; il diffuso senso di insicurezza e impotenza di fronte alla complessità del mondo; la regressione dall’utopia alla «retrotopia», che ci spinge a idealizzare il passato; il tempo «puntillistico», in cui l’esperienza in atto non comunica più con ciò che la precede e la segue; l’io frammentato dalle scelte intrappolate nella contingenza dell’oggi, con l’assolutizzazione del godimento nella quale si capovolge l’escatologico: «L’immediato prende il posto del definitivo e l’eter­nità viene compressa nel frammento. Passato, futuro e lo stesso presente s’annullano nell’istante» (p. 106).

Metz, erede della filosofia di Walter Benjamin e della teologia di Karl Rahner, con la sua teologia politica, fondamentalmente volta a rispondere al problema «Dio e il tempo», fornisce un significativo contributo alla riflessione sulla temporalità nel suo intreccio con il politico, nel quadro di un impianto che rimane rigorosamente teologico. Tre le categorie fondamentali, tra loro correlate: memoria, narrazione e solidarietà, la cui approfondita analisi chiude la prima parte del lavoro.

Nella seconda parte, si approfondiscono le tre categorie temporali, ognuna con il tema a essa correlato: il passato e la memoria; il futuro e la speranza; il presente e il tempo opportuno (kairos). Di ogni categoria si considerano le implicazioni politiche, partendo dalla prospettiva di Metz e nel confronto con altri autori, soprattutto Benjamin, Rahner e Jürgen Werbick. L’A. mostra come Metz riesca a fornire una struttura teoretica per «una visione temporale “tridimensionale”, dove lo ieri e il domani accadono assieme in un adesso carico di forza messianica» (p. 317).

Nelle Conclusioni, che suggeriscono anche piste concrete di collegamento fra teoria e prassi, Beccaria esplicita come nella correlazione fra temporalità e politica il ripensare teologicamente la temporalità possa creare le condizioni per un radicale cambiamento della politica.

Con questo libro l’A. ci aiuta a conoscere meglio la nuova Teologia politica di Metz, senza nascondere le non poche difficoltà che essa ha incontrato, non soltanto per gli equivoci legati al termine «politica», ma anche per il rischio concreto di far passare in secondo piano il termine «teologia». Dando il giusto risalto alla dimensione teologica metziana, Beccaria difende la Teologia politica dalla critica che la riduce a una sorta di sociologia cristiana e suggerisce di definirla piuttosto come «teologia fondamentale pratica».

In questa ottica, si apprezza l’attenzione riservata al teologico, quasi a riequilibrare il politico, che pure rimane prevalente. Il lettore si sente provocato a tradurre la teoria in prassi teologica trasformativa, a rileggere criticamente la propria temporalità storica, personale e universale, a contrastare il senso di impotenza dominante e a vivere il «tempo di ora» ancor più pienamente e con speranza escatologica, nella polis postmoderna sempre più bisognosa della testimonianza e della solidarietà cristiana soprattutto verso gli ultimi, radicata nell’amore di Dio, alla luce di quel ricordo «pericoloso» che è la memoria passionis, mortis et resurrectionis Jesu Christi, nucleo della teologia metziana. 

Venerdì 6 settembre - ore 21.00

nel Santuario della Natività di Maria Santissima a Mussotto d'Alba

Presentazione del libro POLITICA COME TEMPO OPPORTUNO di Noemi Beccaria in dialogo con Duilio Albarello e Maurizio Marello


Il cambiamento d’epoca che stiamo attraversando ha segnato profondamente il nostro rapporto con il tempo. Dal futuro percepito come promessa si è passati ad una visione del futuro quale minaccia, il presente è degenerato in una forma di presentismo, mentre la memoria del passato si è trasformata in retrotopia.

Tale metamorfosi ha inciso significativamente anche sulla dimensione rituale: la crisi della politica quale rito collettivo della rappresentanza democratica, è certamente un caso paradigmatico.

Il progetto di una «nuova Teologia politica» elaborato da J.B. Metz, ripensando radicalmente le categorie temporali a partire dalla memoria della passione, morte e resurrezione di Cristo, offre un apporto significativo alla questione, aiutandoci ad assumere nuovi punti di vista per comprendere e ripensare il nostro mondo e la nostra storia.

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Presentazione del libro

Politica come tempo opportuno.

La questione della temporalità come chiave ermeneutica del pensiero di J.B. Metz

di Noemi Beccaria

L'autrice dialogherà con il prof. Duilio Albarello.

Venerdì 24 Maggio, ore 18,00 - Libreria Le Nuvole - Via Cavour, 23

Fossano (CN)



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Presentazione del libro: DIECI PASSI NEL PALAZZO DELLA MEMORIA

GUIDA ALLE MNEMOTECNICHE 

di Daniele Vinci

Venerdì 10 maggio 2024, ore 17,30

Libreria Paoline, via Garibaldi, 60 - Cagliari


 



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Presentazione del libro: Presentazione del libro "Il Mare Sopra"

di Fabio Fanni Marceddu in dialogo con Vanessa Podda.

Letture scelte a cura del Laboratorio del Teatro dallarmadio con Silvia Nonnis e Maria Lucia Pisano

Giovedi 16 Maggio 2024 h. 18,30 sala Giovanni Lilliu

Biblioteca Emilio Lussu - Villa Clara (Monte Claro), via Cadello 9/b Cagliari

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Presentazione

del libro "Amori vari ed eventuali" di Gabriele Porcu in dialogo

con Franco Siddi dell'Associazione "Animus Teatro"

29 Febbraio 2024 h. 16,30 Presso la Biblioteca Comunale di Selargius, via Sant'Olimpia, 31

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Presentazione del libro:
La regola del cavaliere. Le norme e le leggi dell'Ordine del Tempio

di  Adriano Pilia, Massimo Rassu, Fabio Serafini

Fabio Serafini dialoga con Maurizio Calì presidente dell'Associazione Culturale Italia Medievale.

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Presentazione del libro "Il Mare Sopra" di Fabio Fanni Marceddu in dialogo con Vanessa Podda.

25 novembre h. 18,30

Libreria Mieleamaro via Manno 88, Cagliari

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Presentazione del libro "Cronaca e storia della CISL cagliaritana". (1993-2013) di Fabrizio Carta

26 settembre 2023 ore 17,00 Sala Secchi, via Ancona 11 Cagliari


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